Parc Guell visita la famoso parco di Barcellona opera di Gaudì

Tour giornaliero fra Parc Guell, la collina del Tibidado e il centro storico di Barcellona

Oggi avevamo in programma di visitare  il famoso Parc Guell, e presa la metro Lesseps e l’ autobus numero 119, si arriva all’ entrata in salita del parco.

All’ epoca della sua costruzione in cima a una collina, questo parco fu considerato un autentico fallimento, ma oggi invece e’ ritenuto uno dei tesori della citta’ e un pezzo unico di design urbano.

Barcellona e l’ opera di Gaudi’ sono tutt’ uno, soprattutto grazie al rapporto che si instauro’  fra il maestro e  i Guell, la  famiglia di industriali che gli commissiono’ molte opere.

Don Eusebi Guell, voleva che questo parco fosse un quartiere residenziale all’ inglese con 60 case  situate in giardini formali, ma solo 3 case furono portate al termine,  e tutto questo’ risulto’ solo un grande disastro finanziario, e  nel 1923, il parco divenne di proprieta’ della citta’ di Barcellona.

Il parco  in stile mediterraneo e’ lungo 20 ettari, e ricco di giardini e sentieri sorretti da colonne scanalate  in pietra, fino  alla famosa panchina piu’ lunga al mondo una serie di panchine colorate infatti circonda una grandissima piazza, in cui ci sono tanti piccoli barettini.

Parc Guell , la panchina più lunga al mondo

Parc Guell , la panchina più lunga al mondo

Noi abbiamo pranzato qui con un buon panino, condito da un bel panorama.

Continuando la nostra passeggiata al contrario arriviamo  a un enorme spazio simile a una caverna, nato  per ospitare la piazza del mercato,e poi  un imponente scalinata sormontata dal simbolo di Parc Guell, la Salamandra di maiolica.

Qui ci sono le 2 casette  stile Hanzel e Gretel, e in una di esse ha vissuto anche Gaudi stesso.

Le casette stile Hans e Gretel, in Parc Guell

Avevo letto recentemente il libro l’ Ombra del Vento  dell’ autore  Carlos Ruiz Zafon, un libro che mi aveva veramente colpita, per la storia avvincente ricca di intrighi e  misteri sullo sfondo della Barcellona del 1945 e della collina del Tibidabo, dove si snoda tutta la storia.

Ovvio che fossi curiosa di vedere veramente i luoghi  della storia che mi aveva cosi’ affascinato,e cosi’ prendiamo la metro da placa Catalunya fino al capolinea.

Poi la funicolare( sempre parte del circuito metropolitano) e si arriva all’ avinguida del Tibidabo, un enorme viale in salita pieno di ville bellissime e antiche ( in una di esse nel libro si snoda la storia principale).

Da qui parte il famoso trenino blu detto la Tramvia Blu ( a pagamento) che sale  fino alla funicolare che a sua volta porta sino alla cima del Tibidabo.

Il panorama di Barcellona, vista dal Tibidabo

Il panorama di Barcellona, vista dal Tibidabo

Se c’e’ Il cielo terso si puo’ godere del panorama di Barcellona dall’ alto, infatti si possono distinguere nettamente i profili della Sagrada Familia, della Cattedrale, fino a spaziare al mare.

Quassu’ e’ presente  un parco di attrazioni costruito più di cento anni fa, ed è il luna park omonimo più antico di Spagna ed il secondo d’Europa (dopo il Prater di Vienna) per antichità.

La giostra piu’ caratteristiche e piu’ vecchia e’ quella con gli aereoplanini, simbolo del parco.

Il nome Tibidabo deve il suo nome alla vista mozzafiato che si gode dalla sua cima, che ricorda quella descritta nel passo del Vangelo in cui Satana porta Gesù sulla cima di un monte, incitandolo a guardare davanti a sé e dicendogli “ti darò tutto ciò che vedi se mi adorerai”. Tibi dabo in latino significa, appunto, “ti darò”.

Chiesa di San Giovanni Bosco, al Tibidabo

Chiesa di San Giovanni Bosco, al Tibidabo

C’è anche un piccolo belvedere dal quale si domina la città catalana, ed una chiesa dedicata a San Giovanni Bosco.

Quest’ultima si cominciò a costruire nel 1902, ed i lavori durarono fino al 1961.

Grazie ad un ascensore si può arrivare fino alla parte superiore della chiesa, posta a 575 metri sul livello del mare dove c’e’ anche  una statua del Cristo a mani aperte che ricorda un po’ il Cristo di Rio de Janeiro, e vertigini apparte, vi posso dire che da lassu’ sembra veramente di volare!!!!

Stiamo un po’ sulla veranda del parco a prendere un caffe’ e goderci  l’ atmosfera gioiosa dei bimbi  che felici correvano alle giostre seguiti dai genitori stremati prima di scendere e andare nel quartiere piu’ antico di Barcellona il Barri Gotic

Dalla fermata Jaume  ci troviamo nella piazza Sant Jaume su cui si affacciano da un lato la Casa de la Ciutat ( il Municipio) e dall’ altro il Palau de la Generalitat de Catalunya( sede della regione catalana)

Poi iniziamo a passeggiare per i  piccoli vicoli del quartiere per passare sotto il Carrer del Bisbe, il ponte il stile veneziano e arriviamo alla Cattedrale dedicata alla copatrona della citta’ Sant’Eulalia.

Cattedrale di Sant ‘Eulalia

Cattedrale di Sant ‘Eulalia

Per entrare gratuitamente basta aspettare dopo le 17:00, e attenzione non lo si puo’ fare se si hanno le braccia scoperte, io infatti ho dovuto comprare da una signora li davanti un piccolo scialle per drappeggiarmelo addosso.

L’interno della chiesa e’ in perfetto stile gotico, e circondato da cappelle dedicate ai vari santi, e sotto  l’ altare maggiore si trova la cripta dove sono custodite le spoglie mortali di Sant ‘Eulalia.

Usciti andiamo al chiostro dove al suo interno c’e’ un piccolo laghetto dove da secoli vive una  comunita’ di oche bianche, che secondo la leggenda proteggono la Cattedrale.

Finiamo la giornata passeggiando ancora per la Rambla cenando in un localino li vicino, e prendiamo il caffe’ al Maremagnum il centro commerciale, l’ attrazione piu’ importante di Port Vell.

Anche se Barcellona ha una lunga tradizione marittima, il suo lungomare e’ stato trascurato per  molto tempo, arrivando anche a essere una zona malfamata.

Ma con le Olimpiadi del 1992, tutta la citta’ subi’ un riassetto e una ristrutturazione globale, di cui fece parte anche il Port Vell( Porto Vecchio) che fu rintegrato nella citta’ e trasformato in un luogo vivace di divertimento, attraverso la Rambla del Mar, una serie di passaggi pedonali e ponti di legno ondulati che fungono da estensione alla Rambla.

Al prossimo post per il nostro ultimo giorno a Barcellona

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Alla prossima

Elisa

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Alessio Barontini
7 Aprile 2015 17:16

Un racconto scritto così bene…che viene voglia di partire e visitare questi luoghi!

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